Il modello CMYK: i fantastici quattro della stampa

Lavorando con i software di grafica capita ovviamente di dover selezionare un determinato colore. Trovandoci di fronte una finestra come quella dell’immagine, possiamo notare che se muoviamo a caso il cursore all’interno del quadrato di selezione colore, tutti i numerini a destra dello stesso cambiano di continuo. Quei numeri rappresentano infatti i parametri per stabilire in maniera univoca un determinato colore, e cambiano a seconda del modello considerato, come RGB (di cui abbiamo già trattato nel precedente articolo), HSB o CYMK di cui ci occuperemo in questo articolo.

selettore

Questo modello di colori, spesso chiamato anche quadricromia, è di tipo sottrattivo e si basa sull’impiego di quattro inchiostri colorati per la stampa: ciano, magenta, giallo e nero, da cui l’acronimo inglese CMYK (Cyan-Magenta-Yellow-Key black). A volte si ritiene erroneamente che la “K” derivi dall’ultima lettera della parola “blacK”, in realtà si riferisce a key (chiave), in quanto i sistemi di stampa che utilizzano questo modello usano la tecnologia Computer to plate, nella quale mediante una “lastra chiave” (“key plate”) si allineano correttamente le lastre degli altri tre colori (ciano, magenta e giallo appunto). Numericamente parlando, le quantità di ciascuno dei quattro colori/inchiostri vengono espresse in percentuale, a differenza del modello RGB in cui i valori di intensità di ciascun canale possono variare da 0 a 255.

CMYK è un modello sottrattivo: i pigmenti presenti in inchiostri, vernici o pitture si comportano come filtri per la luce, sottraendone una frazione (da cui il termine “sottrattivo”); una volta riflessa dalla superficie, la luce giungerà ai nostri occhi non più nel suo spettro cromatico completo, cioè bianca, ma privata di una certa frazione e quindi colorata. I colori ottenibili con la quadricromia sono un sottoinsieme della gamma visibile, quindi non tutti i colori che i nostri occhi sono in grado di percepire possono essere realizzati con la quadricromia, così come non tutti i colori realizzati col modello RGB, cioè quelli che vediamo sui nostri monitor, hanno un corrispondente nell’insieme CMYK. Quando sono sovrapposti nelle diverse percentuali, i primi tre colori possono dare origine quasi a qualunque altro colore. Il 100% di tutte e tre le componenti non genera solitamente i nero puro, bensì il bistro, colore simile a una tonalità di marrone molto scura. Perciò nei processi di stampa si è aggiunto l’inchiostro nero per poter ottenere il “nero pieno” risparmiando sulle componenti degli altri tre inchiostri (solo pochissime stampanti inkjet fotografiche lavorano esclusivamente in tricromia anche per l’ottenimento del nero).

colori-cmykSe per il colore giallo non vi è praticamente alcuna differenza tra quello del modello RGB (255,255,0) e l’inchiostro giallo utilizzato in stampa, non possiamo dire altrettanto degli inchiostri magenta e ciano, i quali ad oggi non possiedono (e probabilmente non possiederanno mai) le stesse caratteristiche del magenta e del ciano in RGB. Va ricordato che l’RGB è un modello matematico e che come tale non è possibile applicarlo in maniera perfetta nei processi di stampa, soprattutto in termini di luminosità (fattore che solo un monitor può generare, a discapito del supporto cartaceo). Non ci dobbiamo stupire perciò se il verde (0,255,0) in RGB non corrisponde esattamente alla somma di ciano 100% e giallo 100% nel modello CMYK, ma il ciano rappresenti solo il 63%.
Poiché ciano, magenta e giallo sono i colori complementari al rosso, verde e blu, quando uno di questi ultimi è alla sua massima intensità (255), in CYMK corrisponde allo 0% del colore complementare e viceversa.

Riassumendo, il modello di colore CMYK:
E’ detto anche quadricromia, perché utilizza quattro inchiostri: ciano, magenta, giallo e nero;
E’ di tipo sottrattivo;
Viene utilizzato per elaborare immagini destinate poi alla stampa;
I colori ottenibili in quadricromia sono un sottoinsieme della gamma visibile: il 100% di ciano, magenta e giallo non generano il “nero pieno” così come l’inchiostro magenta e ciano non corrispondo esattamente all’equivalente col modello RGB;
Numericamente i colori sono indicati in percentuali.