Gli elementi del logo

Anche se non ci facciamo troppo caso, ciascuno di noi nell’arco di una giornata entra in contatto con decine di loghi diversi. Basti pensare ai prodotti alimentari, ai capi di abbigliamento, ai veicoli o l’azienda per cui lavoriamo: ciascuno è sicuramente ben identificato con un logo, che ha appunto lo scopo di rappresentarlo sul mercato, ed essere ben riconoscibile dal pubblico. Nel linguaggio comune col termine logo è spesso confuso col marchio, che invece è un qualsiasi segno rappresentabile graficamente (soprattutto parole disegni, lettere, cifre, suoni, forma di un prodotto o della confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche) idoneo a distinguere i prodotti o i servizi di un’impresa da quelli delle altre. Un logo o logotipo invece è la scritta che solitamente rappresenta un prodotto, un servizio, un’azienda o un’organizzazione. Tipicamente è costituito da un simbolo o da una versione o rappresentazione grafica di un nome o di un acronimo che prevede l’uso di un lettering ben preciso.
Un logo professionale è ormai diventato una necessità: infatti permette di riconoscere l’azienda a cui il logo si riferisce con effetto quasi immediato. Compito del logo è quello di ispirare fiducia e superiorità rispetto a un altro marchio. Al giorno d’oggi si tende ad accompagnare il logo con uno slogan che aiuta a rafforzare, accompagnato dal logo, l’identità del marchio.
Esistono diverse tipologie di logo che possono anche essere usate contemporaneamente nell’ambito del marchio.

 Logotipo: è la parte leggibile e quindi pronunciabile del marchio.logotipi
É sostanzialmente la traduzione del marchio in una forma leggibile e pronunciabile che identifica la ragione sociale dell’azienda. Al momento della creazione del logotipo ci deve essere un ottimo studio dei colori, della leggibilità dello stesso da varie angolazioni, ma soprattutto della scelta del font (carattere) da utilizzare, che spesso rende il logotipo unico e ben riconoscibile. Basti pensare ad esempio al font utilizzato nei celeberrimi loghi della “Coca Cola” o “Disney”: ci basta la semplice visione di quel carattere, anche senza leggere effettivamente le parole, per ricondurlo al marchio aziendale. In alcuni casi il marchio è rappresentato unicamente dal logotipo, in altri casi è accompagnato anche dal pittogramma.

 Pittogramma: è la parte puramente simbolica del marchio, cioè l’emblema non leggibile e pronunciabile che riconduce all’azienda. In altre parole è la riproduzione puramente grafica dell’oggetto che si vuole rappresentare. Quando si utilizzano pittogrammi è fondamentale l’uso semiotico dei segni rappresentati, vale a dire l’attribuzione di un significato al pittogramma stesso. Infatti da solo un simbolo è privo di significato, è l’uomo che vi attribuisce un senso. Ed è perciò estremamente importante che le persone non vi attribuiscano significati differenti, altrimenti si potrebbe creare confusione sulla reale attività svolta dall’azienda oppure il marchio potrebbe non essere ricondotto all’impresa detentrice. A meno che l’azienda non sia estremamente famosa al pubblico, è proprio per questo motivo che raramente troviamo marchi aziendali composti unicamente dal pittogramma non accompagnato anche dal logotipo.
I pittogrammi possono essere “ideogrammi” se rappresentano segni astratti (ad esempio Mercedes, Nike, Mitsubishi…) oppure “iconografici” se invece riproducono dei segni assomiglianti. In quest’ultimo caso l’attribuzione del significato è ovviamente molto più facile, anzi è proprio lo scopo del pittogramma. pittogrammiBasti pensare ai pittogrammi di pericolo o della segnaletica di avvertimento: la fiamma nera su sfondo arancione ci fa capire immediatamente che l’alcol è infiammabile mentre l’omino stilizzato che corre verso una porta su sfondo verde ci avvisa sull’esatta ubicazione dell’uscita di emergenza. Ed è così anche per una conchiglia, una pipistrello e una mela che subito li riconduciamo a “Shell” , “Batman” e “Apple” proprio perché il significato grafico del pittogramma coincide con l’idea espressa nel marchio aziendale.

Ultimo elemento di un marchio, ma non sempre presente, è il  Pay-off. Letteralmente pay-off, significa “liquidazione, saldo finale”; è il termine tecnico che il linguaggio pubblicitario usa per definire lo slogan che accompagna il logo dell’azienda o la marca del prodotto (brand). È una delle vie più semplici ed economiche per creare un ponte psicologico duraturo tra l’azienda e il suo pubblico: una combinazione di parole speciale che nel tempo si trasforma in messaggio pubblicitario a tutti gli effetti, capace anche, nei casi più riusciti, di entrare nel linguaggio di tutti i giorni e di sopravvivere nella mente delle persone.
(Barilla), dove c’è Barilla c’è casa.
(Crodino), l’analcolico biondo fa impazzire il mondo.
(Nutella), che mondo sarebbe senza Nutella?
(Adidas), impossible is nothing.

Il nostro marchio è composto di tutti e tre questi elementi: in alto la scritta “Sopra le Righe” con un font particolare (il logotipo), subito sotto abbiamo tre bande orizzontali di dimensioni e colori diversi (il pittogramma) ed infine la dicitura “comunicazione e new media” (il pay-off).

riassunto



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